Veri protagonisti degli spettacoli erano i gladiatori, personaggi talora popolarissimi e osannati dal pubblico che provenivano da diversa condizione: dagli uomini liberi condannati, ai liberti volontari e alle donne, ma che spesso erano prigionieri di guerra, schiavi e condannati a morte.
Riuniti in familiae con a capo un lanista, i gladiatori erano addestrati in speciali caserme da maestri chiamati doctores.
Una volta che il neogladiatore è stato integrato nel ludus, può scegliere un nome di battaglia; suddivisi in classi diverse, i gladiatori erano distinti dal tipo di armatura, inizialmente simile a quella dei comuni soldati, e dal genere di combattimento in cui erano esperti.
Il più alto riconoscimento della propria professionalità al quale un gladiatore possa aspirare, dopo aver ottenuto numerose vittorie, è la qualifica di primus palus (dal palo ligneo utilizzato per l’allenamento) di un’armatura.
Le principali classi descritte dalle fonti antiche, solitamente opposte fra loro, erano quelle del Retiarius, un gladiatore privo di elmo, schinieri e scudo, armato solo di protezione del braccio e della spalla, tridente, spada corta e rete; del Secutor, armato di elmo a calotta, spada e schiniere sinistro; del Murmillo, con elmo, protezione del braccio, fasciatura alla gamba, lungo scudo rettangolare, spada; del Thraex, con elmo ornato da una protome di grifo, alti schinieri, protezione del braccio, piccolo scudo e spada ricurva; dell’Oplomaco con scudo circolare, elmo ornato da piume, alti schinieri, spada o lancia. Alcune armature, come il samnes, sono menzionate in testi antichi e sembrano scomparire precocemente, altre vengono nominate solo raramente, altre ancora sembrano avere una diffusione geografica piuttosto circoscritta.
In origine, come lasciano presumere le stesse notizie delle fonti sulla nascita della gladiatura, le armature ebbero una caratterizzazione etnica – il sannita, il gallo, il trace – in quanto il pubblico sarebbe stato portato a identificare il gladiatore col nemico da uccidere.
In Età augustea le classi gladiatorie vengono riordinate, mentre con Domiziano i giochi diventano esclusivamente pubblici. A partire dal IV secolo con la diffusione del Cristianesimo si alzano le prime voci di dissenso: Costantino nel 325 cancellò dalle varie forme di punizione la condanna all’esercizio della gladiatura (damnatio ad ludum), dando un duro colpo a questi spettacoli abolendo uno dei principali sistemi di reclutamento di gladiatori. Alla fine del IV secolo, sotto il regno di Arcadio e Onorio, è attribuibile l’ultimo provvedimento legislativo che ci è pervenuto in materia gladiatoria; mentre dagli inizi del V secolo non abbiamo più documenti che attestano l’organizzazione di questi spettacoli, che sembrerebbero ufficialmente aboliti dalla costituzione imperiale.
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