Durante il ventennio fascista Lecce vive, pur tra squilibri e contraddizioni, una stagione di cambiamento e di parziale modernizzazione, che porta alla costruzione di nuovi edifici secondo i canoni della rappresentanza che il regime vuole dare di sé.
Nelle nuove architetture Lecce, pur rappresentando un centro geograficamente periferico nello scenario italiano, non è estranea alla nuova architettura nazionale ed al linguaggio razionalista che si va affermando, anche se predilige i materiali locali nel rivestimento dei prospetti
Le case INCIS furono costruite lungo viale Gallipoli, negli anni compresi tra il 1934 e il 1939, dall’Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato con lo scopo di fornire a quest’ultimi alloggi a condizioni favorevoli.
I criteri ai quali si ispirano queste abitazioni sono la massima economicità, il massimo sfruttamento dello spazio e la rapidità di costruzione; ne derivano modelli estremamente semplificati in pianta e in alzato, caratterizzati da rivestimenti in carparo per obliterare le strutture in cemento armato.
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