Fra i villini posti lungo Viale Gallipoli, Villa Indraccolo riveste una grande importanza; essa presente un prospetto in stile liberty, opera del capomastro Luigi Morrone (1897), con una soluzione a bow-windows, integrando il volume architettonico con una profusione di decorazioni in pietra leccese.
Notevole è infatti la decorazione del prospetto sull’ingresso, contraddistinto da un torrino, dove nelle lunette del bow-window a cornucopie traboccanti di fiori e frutta sono affiancate cetre e altri strumenti musicali, in un festoso tripudio di decori dai quali emergono radiose teste di Bacco, grappoli d’uva, allegorie delle Arti e altri simboli.
Le aperture con archi a ferro di cavallo su colonne e la merlatura del piano delle coperture a tetto riprendono motivi arabeggianti intagliati in pietra leccese.
La residenza è circondata da un giardino su tre lati, così come previsto nel “Capitolato per la concessione enfiteutica di suolo comunale destinato alla costruzione di villini” approvato il 13 dicembre 1883, che fissa alcune norme da rispettare.
“L’abitazione che prospetta sul Viale d’Italia (attuale viale Gallipoli) deve essere distante quindici metri dalla strada; l’edificio deve risultare circondato almeno su tre lati da un giardino tenuto con gusto e diligenza, con piante di ornamento o alberi da frutto a carattere ornamentale come gli agrumi; è espressamente vietata la piantumazione di cipressi e si consigliano alberi a fronda perenne.
Si stabilisce, infine, che ogni zona debba essere chiusa da ringhiera in ferro su zoccolatura in pietra, nel rispetto degli alberi che fiancheggiano il Viale d’Italia. Il suolo su cui sorge la costruzione, di circa 1260 metri quadrati, fu uno degli ultimi concessi dal Comune sul lato di Viale d’Italia”.
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